martedì 29 dicembre 2015

Le Chat Gourmand e la Slow Cooker - "Anatra all'arancia con cipolle caramellate"

Eccomi di nuovo amici, come state?
Vi state ancora riprendendo dagli stravizi del primo round delle feste?
Oggi parto con una curiosità.

Vi è mai capitato di avere una ricetta che vi frulla in testa da una vita e non sapete perché?
Quella ricetta che fin da cuccioli vi ispirava così tanto...

Bene, per la mia mamma a due zampe questa ricetta che evocava fascino mistero e fantasia c'è: l'anatra all'arancia.
Non vi so spiegare il perché, dovrei chiederlo a lei, pensate una volta mi ha raccontato che a scuola un giorno aveva raccontato alla maestra che il suo piatto preferito era "l'anatra all'arancia".
Immaginatevi un po' lo stupore di nonna Angela (...mai cucinata l'anatra in vita sua...) quando al colloquio ha ricevuto i complimenti dalla maestra per aver preparato un piatto così ricercato e gustoso.

Ma tant'è.

Eccola quindi la ricetta, che ho preparato per il pranzo di Natale...

"...Merlino..."

...che la mamma ha preparato con il mio aiuto... e con l'aiuto della mia caccavella preferita.

"Anatra all'arancia con cipolle caramellate" - nella Slow Cooker

Tipo di Portata: Secondo Piatto
Tempo di preparazione: 20'
Tempo di cottura: 5-6 ore su LOW (MEDIUM per le Slow Cooker Morphy-Richards)- 2-3 ore su HIGH

INGREDIENTI (per 6 porzioni):

- 6 cosce intere di anatra (io ho scelto l'anatra di Barbarie, o anatra muta, di Canevari & Zucca)
- 2 grosse cipolle, sbucciate e tagliate a fette sottili
- 4 spicchi d'aglio, schiacciati, pelati e affettati (opzionale, se piace... io non l'ho messo)
- 2 cucchiai di zucchero
- ½ cup (125 ml) marmellata di arance
- ¼ cup (60 ml) succo d'arancia
- 1 cup (250 ml) brodo di pollo
- 2 cucchiai di timo fresco tritato (1 cucchiaio timo essicato)
- 2 arance

PREPARAZIONE:

Nota: Per la cottura delle 6 cosce ho utilizzato entrambe le mie slow cooker, ovvero la "grande" da 6,5 lt. (4,5 lt. reali)e la "piccolina" da 3,5 lt. (2,5 lt. reali) in cui ho sistemato rispettivamente 4 e 2 cosce suddividendo in 2/3 e 1/3 le cipolle e il brodo per la cottura.

Accendere la SC su LOW mentre si preparano gli ingredienti.
Scaldare un filo d'olio in una padella inaderente, e quando è ben calda mettervi le cosce, con la pelle in basso, e farle rosolare fino a doratura, girarle una volta e rosolare per 2' - 3' dall'altro lato.
Salare, pepare e trasferirle nella SC pre-riscaldata.

Eliminare la maggior parte del grasso dalla padella, tenendone 3 cucchiai. Aggiungere le cipolle e fare cuocere coperte a fuoco basso per 12-15 minuti, fino a quando le cipolle saranno appassite. Mescolare regolarmente ed eventualmente aggiungere un goccio d'acqua per evitare che le cipolle brucino.
Aggiungere lo zucchero e nonappena sarà sciolto versare le cipolle nella SC.

Mescolare la marmellata, il succo d'arancia, il brodo di pollo e il timo.
Versare sopra l'anatra e coprire con il coperchio. Cuocere su LOW (MEDIUM per le Slow Cooker Morphy-Richards) per 5-6 ore o su HIGH per 2-3 ore, senza sollevare il coperchio.

Servire l'anatra guarnita con zest di arancia e spicchi di arancia pelati a vivo.


Tanto per cambiare, la mamma si è dimenticata di scattare subito le foto... per fortuna che ci ho pensato io a nascondere una coscia e ad allestire un piatto di emergenza... perdonate l'impiattamento da mappazzone...






mercoledì 18 novembre 2015

Le Chat Gourmand e la Rice Cooker: "Risotto Berberé"

T'ena yehabeley.

Possa tu essere in buona salute. 

Con questo saluto, un saluto che è anche un augurio in tigrino, lingua parlata in alcune zone dell'Etiopia ed Eritrea, apro il post di oggi con ancora negli occhi le immagini degli attentati di Parigi.
Le Chat Gourmand di politica internazionale non se ne intende, ma è convinto che una buona ciotola di pappa... ehm... che la buona cucina metta d'accordo tutti e sia una delle più belle (e buone) forme di integrazione che possano esistere.

Ho scelto questo saluto per accompagnarvi in queste terre lontane ma storicamente vicine all'Italia, e alle quali ho voluto dedicare una ricetta, una sorta di "gemellaggio" Italia-Etiopia, che coniughi il "kilometro zero" ai sapori del mondo unendo uno dei piatti più tipici della cucina italiana, il risotto, con la spezia che caratterizza i piatti tipici Etiopi ed Eritrei: il Berberé appunto.
E' un mix di spezie piccante utilizzato negli stufati di carne o pollo come lo Zighinì in Eritrea o il Doro Wat in Etiopia.

Come sempre nostra alleata nella preparazione sarà la Rice Cooker.

"Risotto Berberé" - nella Rice Cooker



Tipo di portata: Primo piatto
Tempo di preparazione: 20'
Tempo di cottura: 20' circa (Tempo di cottura del riso + breve riposo dopo la mantecatura)

INGREDIENTI (per 2 Porzioni):

- 1 cup (250 ml circa) riso Carnaroli (questa volta ho scelto il kilometro zero del Consorzio DAM)
- 2 cups e 1/4 brodo di pollo
- 20 g scalogno
- 20 g carota
- 20 g sedano
- 50 g peperone verde
- 50 g peperone giallo
- 100 g petto di pollo
- burro
- olio EVO
- 1 cucchiaio di burro di arachidi per mantecare
- Berberé q.b. (io ho usato questo di Seasoned Pioneers, che è davvero piccante  , andateci cauti ed assaggiate, siete sempre in tempo ad aggiungere) 

PREPARAZIONE:

Le istruzioni che seguono sono riferite ai modelli di Rice Cooker del tipo "set-and-serve", come questa, che usa la mia mamma a 2 zampe.

Inserite la spina della Rice Cooker (funzione "warm") e preparate il soffritto mettendo nel recipiente una noce di burro, un cucchiaio di olio EVO e lo scalogno, la carota e il sedano tritati finemente.


Passate alla funzione "cook", coprite e fate appassire le verdure per qualche minuto.
Aggiungete i peperoni tagliati a cubetti, e fate rosolare ancora qualche minuto.
Aggiungete il riso, fate tostare e sfumate con il vino bianco; aggiungete il brodo bollente, coprite e lasciate cuocere.

Nel frattempo tagliate il pollo a cubetti e infarinateli; in una padella inaderente fate scaldare 1 cucchiaino di olio EVO, quando è ben caldo rosolatevi il pollo, salate e aggiungete un pizzico di Berberé (io ne ho messo circa di 1/4 di cucchiaino o anche meno... e vi assicuro che è più che sufficiente).
Sfumate con del vino bianco, abbassate la fiamma e coprite, per formare un sughetto.

Un paio di minuti prima del tempo di cottura del riso passate alla funzione "warm" e unite il pollo con il suo intingolo; mantecate con 1 cucchiaio di burro di arachidi e lasciate riposare per qualche minuto.




Ed ecco il risultato. Decisamente saporito appetitoso e... "spicy"!
Buonappetito!





martedì 3 novembre 2015

Expo 2015 - Il giro d'Italia in 5 caffè

Cari amici eccoci al primo appuntamento del dopo-Expo.
La nostalgia è ancora tanta ma la mamma ormai ha ripreso a condurre una vita "normale", ma come promesso mi dedica sempre un po' di tempo per raccontarmi qualche storia dal mondo.

Ancora una volta partiamo dalla fine, ovvero dall'ultima settimana, degli ultimi giorni di Expo sempre ricchi di eventi e di show-cooking.

Per oggi rimaniamo in Italia, con le idee e le ricette dei barman ospiti la scorsa settimana del Padiglione Alitalia-Etihad, per lo show-cooking firmato Lavazza.

Il Giro d'Italia in 5 Caffè, da Nord a Sud con Lavazza

Torino - Bavarèisa Torinese

E' la versione settecentesca del famoso "Bicerin", la bevanda preferita di Camillo Benso Conte di Cavour, Pablo Picasso, Alexandre Dumas (padre), Ernest Hemingway (che lo inserì fra le cento cose del mondo che avrebbe salvato) e Umberto Eco (Il cimitero di Praga).

La base è la cioccolata fondente calda sul fondo del bicchiere, si aggiunge poi l'espresso ed infine come top un velo di crema di latte leggermente shakerata, che deve galleggiare in superficie.

Ingredienti:
1 espresso lungo (50 ml) - il barman consiglia: Lavazza A Modo Mio Passionale
50 ml cioccolata calda
50 ml panna liquida

Padova - Caffè alla Padovana 

In questo caso la base è il classico espresso, guarnito con una crema di latte fredda aromatizzata con sciroppo alla menta e una spolverata di cacao amaro in polvere

Ingredienti
1 espresso - il barman consiglia: Lavazza A Modo Mio Delizioso
20 ml latte
70 ml panna liquida
30 ml sciroppo di menta
cacao

Per preparare la crema di latte, il barman durante lo show cooking ha utilizzato il sifone in cui ha introdotto latte, panna e sciroppo di menta; in mancanza del sifone è possibile ottenere lo stesso risultato montando gli ingredienti con le fruste elettriche in una bastardella.

Napoli - Caffè alla Napoletana

Questa ricetta è un omaggio alle pregiate nocciole di Giffoni; la base è di nuovo in questo caso l'espresso che viene completato da una crema di latte alle nocciole.

Ingredienti
1 espresso - il barman consiglia: Lavazza A ModoMio Dek Cremoso
Per la crema di nocciola:
150 ml panna
100 gr topping alla nocciola

Anche in questo caso il barman ha utilizzato il sifone per preparare la crema di nocciola, ma non è indispensabile.

Reggio Calabria - Caffè alla Calabrese

Una ricetta dal sapore forte e deciso che valorizza la liquirizia, la cui coltura è diffusa nel sud Italia, e in particolare in Calabria viene lavorata nei "conci".

Ingredienti
1 espresso - il barman consiglia l'utilizzo di una miscela 100% arabica
pastiglie di liquirizia
4 cucchiaini di brandy

Pestare nel mortaio la liquirizia fino a  ridurla in polvere, e metterne 1 cucchiaino sul fondo del bicchiere, aggiungere il brandy e l'espresso; decorare con di nuovo un pizzico di liquirizia in polvere.

Lecce - Caffè alla Salentina

Una ricetta fredda e dissetante per smorzare la calura estiva, ammorbidita dal latte di mandorle.

Ingredienti
50 ml caffè (moka o espresso) - il barman consiglia l'utilizzo di una miscela 80% arabica e 20% robusta
300 ml acqua
100 gr sciroppo di latte di mandorla

In un tumbler con ghiaccio aggiungere il caffè zuccherato e il latte di mandorle.

Ecco le 5 ricette!



Il prossimo appuntamento sarà ancora dedicato ad uno show-cooking, che ci porterà ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi con chef  Faisal e la sua cucina fusion.

Alla prossima!

domenica 1 novembre 2015

#ciaoExpo

Ebbene sì, è arrivato anche questo momento.
Expo ha chiuso ufficialmente i battenti ieri a mezzanotte.

Per la mia mamma a due zampe oggi è la giornata della nostalgia, del pensiero che va a tutte le emozioni di questi 6 mesi e più di 40 ingressi, alle cose nuove imparate, alle nuove amicizie nate e al segno che Expo sicuramente ha lasciato e avrà seguito nei comportamenti di tutti i giorni.

Per citare i Modena City Ramblers, che tanto piacciono alla mamma, "...è in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta..."

Da domani si torna alla normalità.

Per modo di dire, perchè da domani la mamma metterà poco a poco nero su bianco i suoi racconti, e io come al solito le darò una zampa quando serve.

Appuntamento a domani con il primo Exporacconto, "Il giro d'Italia in 5 caffè".

#ciaoExpo

martedì 20 ottobre 2015

Le Chat Gourmand a Identità Expo - Le Pàche al pre di Carlo Cracco

Ecco lo sapevo.

Chef Cracco. Ancora lui.
...ma cosa ci troverà di così speciale la mamma...
Cosa diavolo ha che io non ho... Maaaooo!

"Merlino cosa stai brontolando...?"

Mao.
Niente... Mao. Pffftt!

"Merlino... ma non sarai mica geloso! Lo sai che per me esiste uno ed un solo Chef... Le Chat Gourmand... ma non potevo perdere l'occasione di vedere Chef Cracco all'opera dal vivo in uno show cooking!

Dai vieni qui vicino sul divano... che ti racconto come è andata."

Va bene mamma... ma solo se poi mi lasci mettere le zampe nella biscottiera...

Chef Cracco, Identità di Pasta e le Pàche al pre

"Ebbene sì, di nuovo Chef Cracco, il più fotogenico, il più televisivo, il fascino di Masterchef e il diavolo di Hell's Kitchen, ospite la scorsa settimana di Identità Expo con il suo menù stellato, e protagonista dell'appuntamento settimanale "Identità di Pasta", voluto da Expo in collaborazione con il Pastificio Felicetti per valorizzare grazie a showcooking offerti da chef sia celebri che emergenti il prodotto che per eccellenza rappresenta nel mondo la tipicità tricolore."

...poteva mai Le Chat Gourmand lasciarsi sfuggire un'occasione così ghiotta?
eheh... in realtà la mail di prenotazione per la mamma l'ho mandata io...

"Ah davvero Merlino...?
Ma torniamo a noi. Chef Cracco si presenta al pubblico con la sua consueta affabilità e il sorriso sornione che lo contraddistingue.


Prima di presentare la sua ricetta lo Chef ci parla di alcuni suoi progetti.
Progetti in corso, come il "fuori Expo" dell'Ambasciata del Gusto ideato dall'Associazione Maestro Martino all'interno dell' ex Convento dell'Annunciata di Abbiategrasso, con il recupero di un antico chiostro del '400 e di una chiesa sconsacrata. 
E progetti in divenire come il recupero della ex stazione di servizio Agip in Piazzale Accursio a Milano, una struttura degi anni '50, simbolo del boom economico ed esempio di architettura Streamline Moderno con le sue forme arrotondate e che richiamano quelle di una nave. E' proprio di questi giorni la notizia che lo storico edificio è stato rilevato da Garage Italia Customs, azienda di Lapo Elkann che ne farà un luogo di eccellenza e punto di riferimento per il "bello" e il "buono" del made il Italy.

La linea è pronta sul piano cucina, l'acqua bolle, è ora di buttare la pasta!

E che pasta! 
...perchè ridendo e scherzando... (Chef Cracco era particolarmente in vena di battute) quando il piatto riesce bene è merito dello Chef, quando va male è colpa del pastaio!
Il formato scelto per la ricetta sono le Pàche Monograno Matt Felicetti, versione trentina e di dimensione più contenuta del classico Pacchero, circa 3/4 quindi più comoda da mangiare e adatta da presentare in un ristorante.

Gli ingredienti rispecchiano in pieno il tema di Expo, ovvero utilizzo di materie prime semplici ma di qualità, recupero degli avanzi e alimentazione sana con pochi grassi. 
Vediamoli.
- la cipolla, che viene lavorata con un procedimento non complicato ma un po' lungo. Viene cotta in forno intera con la buccia su un letto di sale, a 140° per 3-4 ore, dopodichè viene lasciata a sgocciolare per circa 1 ora in un colino fino ad ottenere una sorta di "melassa" concentrata e dolce. Eliminata poi la buccia, la cipolla viene sfogliata in petali che vengono pressati, stesi su carta forno e di nuovo infornati a 140° fino ad ottenere delle sfoglie croccanti.
- il prezzemolo, che viene bollito in acqua salata, scolato e messo a raffreddare con ghiaccio in modo da mantenerne il colore e infine frullato per ottenerne un succo.
- la lingua bollita, ovvero il gourmet degli avanzi, che sarà sufficiente tagliare a striscioline e scaldare in poca acqua e un filo d'olio appena prima dell'impiattamento finale.
- il "caviale" di lumaca, ovvero le uova di lumaca, perle bianche dal sapore delicato e terroso. Preziose, perchè una lumaca depone le uova una sola volta all'anno.


La pasta viene scolata al dente, mantecata in padella con abbondante succo di prezzemolo, senza aggiungere alcun grasso e impiattata guarnendola con la julienne di lingua, la sfoglia di cipolla croccante, le uova di lumaca e un filo di melassa di cipolla.

L'impiattamento è un momento topico, tanti i piatti da preparare, diverse le componenti da curare, e a dare manforte allo chef oltre alla brigata di cucina entra in azione anche Riccardo Felicetti.

Il pubblico in sala rifà il verso allo Chef.
E lui sta al gioco.

VELOOOCIIII!!!







Un piatto che sicuramente appaga la vista e introduce all'autunno.
E venendo all'assaggio che dire... 
Premessa la mia idiosincrasia per il prezzemolo (o lo ami o lo odi, e io lo odio, ecco l'ho detto. Ne metto pochissimo anche nelle più classiche delle polpette) no, non mi ha entusiasmata.
Indiscutibile la qualità della pasta, la tenerezza della lingua bollita, e l'originalità dei sapori degli ingredienti presi singolarmente, ma che uniti, in particolare le uova di lumaca, risultano un po' coperti dalla clorofilla del prezzemolo.

Esperienza comunque da non perdere per capire come anche partendo da ingredienti semplici ma di alta qualità, e lavorandoli in maniera originale un grande Chef riesca ad ottenere delle vere e proprie creazioni."

mercoledì 7 ottobre 2015

Le Chat Gourmand a Expo 2015 - Nella mia fine è il mio principio

Rieccomi cari amici, passata l'estate, passato il caldo, passate le vacanze in montagna... e passate le lunghe giornate in cui la nostra mamma a due zampe partiva al mattino di buon'ora zaino in spalla sfidando il caldo torrido e ci lasciava tranquilli a casa nel clima-comfort del Pinguino.
Tornava la sera, per cena o spesso e volentieri anche molto più tardi, con la faccia stravolta, ma con negli occhi una luce tutta particolare, come se avesse fatto un giro intorno al mondo, e ci raccontava storie strane di paesi lontani, dove dissalano l'acqua del mare, mangiano il coccodrillo, o raccolgono la nebbia per farne acqua, altri invece in cui studiano dei sistemi per risparmiare energia, o per salvaguardare antiche specie di piante o frutti...
E a me Chat Gourmand raccontava di ricette golosissime, dalla Turchia, dall'Afghanistan, e dall'Eritrea... che cercherà di riprodurre anche a casa ovviamente con il mio zampino...

No amici la mamma non è impazzita tutta d'un colpo, ha semplicemente passato le ferie in Expo!
...adesso però mamma ci spieghi bene cosa hai visto?

"Giusto Merlino, hai ragione.
Che dire, è stato da subito un turbinio di colori, profumi sapori ed emozioni, una cosa che se non sei preparato ti dà alla testa, e nel mio caso direi da dipendenza.
E... sì da circa metà maggio alla fine di Luglio posso dire di aver fatto il "pieno" di Expo, che conosco ormai come le mie tasche. Poi ho staccato un po' la spina, perchè ne avevo bisogno, per far sì che tutto fosse metabolizzato.  

E adesso che ho riordinato le idee posso raccontarvi (a rate, tranquilli... non vi sequestro per 7 ore di coda come al padiglione Giappone) la mia Expo.

Iniziando dal fondo, dalla fine, da cosa rimarrà "dopo".
Ovvero da una conferenza a cui ho partecipato ieri al Politecnico di Milano, e che offre sia agli expottimisti che agli exposcettici diversi spunti di riflessione".

Mettetevi comodi...

Expo: Quale legacy per il futuro di Milano

"La sede: una delle location più prestigiose e storiche della città - il Politecnico di Milano
I relatori: 2 personalità autorevoli quali il commissario unico di Expo Giuseppe Sala e l'assessore all'urbanistica del Comune di Milano Alessandro Balducci, introdotti dal rettore del politecnico Giovanni Azzone e coordinati da un moderatore d'eccezione, il vicedirettore del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi.

Questi gli ingredienti di un incontro che ha fatto il tutto esaurito lunedì 5 Ottobre scorso nell'aula De Donato di piazza Leonardo da Vinci.

A meno di un mese dalla chiusura dell'esposizione universale, è tempo di tirare le somme di un evento sul quale è stato detto tutto e il contrario di tutto. 
I fatti parlano chiaro e ci dicono che Expo è un successo, la dimostrazione che Milano ha tutti i numeri per giocare un ruolo fondamentale per il futuro del Paese, la dimostrazione che l'Italia, quando alla base c'è la consapevolezza di un orgoglio da riscoprire, è capace di dare il meglio di sè e di gestire grandi eventi.
Expo ha alzato la tensione e generato grande entusiasmo, l'importante ora è far sì che la tensione non cali, che tutto questo non sia un punto di arrivo ma un punto di partenza. E dobbiamo essere rapidi, perchè il resto del mondo va più veloce.
Come già diceva anche lo chef Carlo Cracco più di un anno fa in occasione di una conferenza a RistorExpo (vi ricordate? Ne avevamo parlato QUI).

Expo è entusiasmo, ordine, organizzazione, ma è davvero questa l'Italia? ...o finirà tutto con il 31 di Ottobre?
A questo interrogativo risponde Beppe Sala, che dichiara: «Expo funziona, innanzitutto perchè vi si percepisce dovunque l'Italian Style, nell'attenzione ai particolari, al design, alla sistemazione delle luci e delle piante, fino alla maestria degli artigiani evidente nel Padiglione Zero. Funziona perchè in uno spazio di pochi metri quadrati c'è tutto il mondo. E funziona perchè le "operations" funzionano; logistica, sicurezza e pulizia sono ai massimi livelli. E questo la gente lo percepisce, sta in coda e percepisce questo sforzo. E anche lo stare in coda ai padiglioni in questo modo diventa parte dell'esperienza stessa, del dire "Io c'ero". 
Funziona grazie alla comunicazione, alla rete, al passaparola.
A questo punto non possiamo più crogiolarci nel concetto che il nostro Paese è il più bello del mondo perchè la bellezza disorganizzata non è più bellezza.
Dobbiamo fare qualcosa che abbia senso e che funzioni, e comunicarlo bene fidandoci di più del giudizio della gente, con la consapevolezza che si può fare, se alla base c'è una collaborazione collettiva»

Il timore ora è cosa succederà nei prossimi mesi? Rimarrà una cattedrale nel deserto come a Siviglia o ad Hannover?
Ci rassicura a questo proposito l'assessore Balducci«Resteranno sicuramente Palazzo Italia, Cascina Triulza e stiamo considerando la possibilità di mantenere anche Padiglione Zero, dato che per come è stato progettato può durare qualche anno e non richiederebbe interventi immediati.
Ad oggi esiste solo una proposta, non ancora un progetto, di trasferire l'Università Statale, le facoltà che si trovano a Città Studi, insieme al progetto di Assolombarda di realizzare un parco tecnologico. 
Il punto è stabilire un'intesa politica tra i tre soggetti interessati: Comune di Milano, Regione Lombardia e Governo Italiano. 
Inizialmente (si parla di Novembre 2014) si pensava di gestire il post-Expo come un'operazione di pianificazione tradizionale  senza prima costruire l'accordo con gli attori dell'operazione che avrebbero potuto intervenire, con un piano regolatore tradizionale in attesa di un potenziale acquirente che risolvesse il problema della riqualificazione dell'area.
La criticità del mercato immobiliare ha portato poi ad un bando di gara molto complesso, aperto in contemporanea con altre offerte quali Porta Vittoria, Santa Giulia e CityLife, e che di fatto è andato deserto.
Senza contare che il sito di expo non esisteva ancora, era un non-luogo, non ancora nella mappa della popolazione di Milano.
Alla luce del fallimento della gara l'allora assessore all'urbanistica ha chiesto a Politecnico e Università Statale di scendere in campo, ma nel frattempo il tutto è slittato a settembre 2015.
E nel frattempo la situazione è cambiata totalmente, ha definito il sito di Expo come una grande piazza metropolitana (grazie anche all'apertura serale), come la darsena e il parco nord.
Da qui viene l'idea del rettore della Statale di spostare in questa piazza metropolitana il polo universitario, considerando anche che le grandi trasformazioni urbanistiche degli ultimi 20 anni sono legate all'università vedi Bovisa, Barona, Bicocca...
C'è sicuramente un interesse al progetto da parte del governo centrale (Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Martina e il Premier Renzi) e stiamo aspettando da un giorno all'altro che il governo convochi il tavolo su cui ha espresso il proprio consenso in modo da trasferire su un nuovo progetto la spinta e l'energia che Expo ha dato.»

Quello dei numeri è stato un incubo. Dalla decisione di non diffondere subito i dati sugli ingressi, alla scelta di introdurre l'ingersso serale che avrebbe secondo molti svuotato la città, scelte che hanno portato a critiche e delle quali ci parla Beppe Sala:«Ci ho messo la faccia per proteggere il mio team di lavoro e di proposito non ho dato subito i numeri degli ingressi. 
Era tutto previsto, anche le affluenze di questo ultimo periodo. In tutte le esposizioni gli ultimi 2 mesi fanno il 40%-45% degli ingressi.
Lo confesso, quando ho pensato a quali tipologie di biglietti vendere, ho pensato a quando si va a sciare: abbiamo il giornaliero, il biglietto di più giorni, lo stagionale...
Bene, abbiamo venduto più di 60.000 season pass.
L'apertura serale? La "movida" di Expo? In realtà è la movida delle carrozzine e dei passeggini, un sacco di mamme. Pensando all'apertura serale abbiamo pensato che se la gente avesse visto quanto è bello di sera sarebbe tornata di giorno, cosa che è avvenuta.
Vogliamo parlare di numeri? 
Gli hotel hanno fatto +60%.
Le carte di credito nei mesi di luglio-agosto il +30% rispetto agli stessi mesi dell'anno precedente.
Impressionante il dato degli operatori telefonici, con un +160% sul traffico dati.
Bisogna avere la lucidità di guardare le cose nel lungo termine.

Ad esempio: quanto vale per Milano l'articolo del NY Times di Gennaio che dice: il posto dove andare nel 2015 nel mondo? Milano per l'Expo. Pensateci» 

(lo speciale viaggi del NY Times è stato aggiornato a Luglio, e Milano rimane sempre al top, ndr.)

Expo ha visto un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici, i milanesi hanno "scoperto" il passante ferroviario. Cosa ci dice riguardo alla mobilità? Sta cambiando qualcosa?
«Sicuramente Expo come grande piazza metropolitana ci fa capire che che anche zone periferiche possono diventare una "centralità"» ci spiega l'assessore Balducci «Pensiamo a Porta Nuova, Scalo Farini, Bovisa, Expo, Arese, Malpensa; ci troviamo su una direttrice importante di sviluppo, se questa si configura come direttrice di sviuppo delle università e della tecnologia.»

Rimane un rammarico riguardo al tema dell'acqua? 
«Expo è sicuramente un'occasione per stabilire un centro di eccellenza e di competenza sull'acqua, l'idea c'è ancora» dichiara Sala «Milano è una città perfetta, viviamo grazie all'acqua, se siamo ricchi è perchè gli antichi sono arrivati qui su questo territorio che era un territorio paludoso e hanno avuto la capacità di gestire l'acqua come nessun altro. Realizzando una rete di canali artificiali, navigli...
La partita è ancora aperta.
L'acqua è elemento storico per Milano e può essere elemento del futuro. E in un futuro perchè no una riapertura dei navigli a Milano?»
«E' in corso uno studio per la riapertura navigli» conferma Balducci « E' un investimento importante. Le zone interessate potrebbero essere inizialmente la zona Fulvio Testi o la zona più centrale di Conca dell'Incoronata. 
Anche la situazione delle zone agricole di Milano è cambiata molto negli ultimi 10 anni. 
Inizialmente in realtà erano zone in degrado in attesa di edificazione; adesso sono stati rifatti i contratti agricoli in modo da dare piu tempo per sistemare gli investimenti, includendo le cascine.
Sono stati realizzati dei mercati agricoli.
Inoltre abbiamo 100 ettari non ancora assegnati (ex Ligresti). Per il 50% di questi terreni verrà emesso un bando per giovani agricoltori di prossimità.
E' stato stipulato inoltre un accordo con Esselunga per la vendita di prodotti di agricoltura milanese»

Conclude infine il confronto il messaggio positivo del rettore  Azzone: «Sono ottimista, lavorando con i giovani. Milano ha una serie di elementi che ci fanno scommettere positivamente sul futuro. Può essere il pezzo di Paese che fa risalire il resto, deve fare da traino e collettore di sviluppo per l'Italia.
Milano ha tante anime, la sfida è far si che convergano su un fine comune.»

sabato 18 luglio 2015

Le Chat Gourmand e il Microonde: "Finta Quiche di Zucchine"

Che caldo ragazzi...

Va bene, è estate, deve fare caldo, ma provate un po' voi ad avere la pelliccia...
Guardate come soffre la mia sous-chef..

"Merlino e Brisée... non fate la commedia, abbiamo il Pinguino acceso e ci sono 27°, piuttosto, che ricetta ci proponi oggi?"

Va bene mamma... ho pensato ad una ricettina vegetariana facile facile per utilizzare le zucchine che ci ha portato la nonna, una quiche, o meglio un "finta" quiche, sì perchè manca il guscio di pasta.

"Merlino non vorrai farmi accendere il forno spero..."

Tranquilli, utilizziamo il microonde (di cui avevamo parlato QUI, dove potete trovare suggerimenti per adattare i tempi di cottura a seconda della potenza del forno e del numero di porzioni).

"Finta Quiche di Zucchine" - nel Microonde

Tipo di Portata: Secondo Piatto
Tempo di Preparazione: 15'
Tempo di cottura: 25'

Vino in abbinamento: Sauvignon del Collio - Prosecco di Valdobbiadene

INGREDIENTI (per una pirofila bassa Ø 27cm):

- 600g zucchine
- 4 uova
- 50g formaggio tipo emmenthal, fontina, casera... insomma aprite il frigo e vedete quello che c'è
- 1/2 cipolla oppure 1 cipollotto
- 50ml latte
- sale, pepe, erbe aromatiche q.b.

PREPARAZIONE:

Tagliare le zucchine a rondelle con una mandolina (io l'ho regolata su 4mm) e condirle con 2 cucchiai di olio EVO, sale, pepe e le erbe aromatiche che preferite (timo, origano, menta erbe provenzali...).
Tritare finemente la cipolla.
Distribuire il tutto in una teglia per microonde (Ø 27cm).
Cuocere scoperto per 10' a 700W, mescolando a metà cottura.
Nel frattempo sbattere le uova, salare, pepare e aggiungere il formaggio e il latte.
Versare il composto di uova sulle zucchine dopo averle livellate.
Cuocere scoperto per 10' a 700W (controllate comunque che anche il centro della quiche sia rappreso) + 5' di Grill.

Et voilà
E' ottima tiepida, e si conseva molto bene anche per il giorno dopo, ideale quindi per un pic-nic fuori porta.






martedì 23 giugno 2015

Le Chat Gourmand e i biscottini

Buongiorno cari amici, come state?

State pianificando le vacanze?
Ma soprattutto siete riusciti a fare un salto a Expo 2015?

La mia mamma a due zampe è impazzita, ci va almeno una volta alla settimana, prende appunti su tutto, fotografa qualsiasi cosa, raccoglie timbri sul passaporto...
...praticamente ha preso la residenza lì.

E mi ha promesso che a breve vi racconterà tutto sul blog.
...certo che se è sempre in giro, il tempo per il blog dove lo trova?

E infatti chi si è dovuto occupare di sistemare i biscotti del blog? Il sottoscritto ovviamente.

No, non stiamo parlando di una nuova ricetta, ma dei "cookies" e della legge (la Cookie Law appunto) introdotta dal garante della privacy per adeguarsi alla normativa europea in materia di protezione dei dati personali, ed entrata in vigore lo scorso 3 Giugno.

Il Codice in materia di protezione dei dati personali (anche detto Codice della Privacy) prevede, all'articolo 122 comma 1, che "l'archiviazione delle informazioni nell'apparecchio terminale di un contraente o di un utente o l'accesso a informazioni già archiviate sono consentiti unicamente a condizione che il contraente o l'utente abbia espresso il proprio consenso dopo essere stato informato (...)".

In altre parole possiamo dire che l'utilizzo dei cookie all'interno di un sito web deve essere preventivamente accettato dall'utente, il quale deve esprimere il proprio consenso informato.

Ovviamente anche Le Chat Gourmand si è adeguato, con un banner visibile su ogni pagina che riporta un'informativa breve e i 2 link che potete utilizzare per accettare i cookies oppure per accedere all'informativa estesa e alla privacy policy, anch'essa accessibile in ogni caso da tutte le pagine tramite link.

Buona navigazione a tutti!

giovedì 21 maggio 2015

Le Chat Gourmand a Expo 2015 - Prime Impressioni

Piove piove...
...la gatta non si muove...
...
...
...e il gatto?
...il gatto ghiottone che fa?

Ovvio.
Sceglie la giornata più piovosa della settimana per fare un primo sopralluogo a Expo 2015!

"Merlino... raccontala giusta, lo sai che le bugie hanno le zampe corte!"

Maaaooo!
Ma non è colpa mia se i felini non sono ammessi all'interno di Expo!
Dovrei forse travestirmi da cane guida?
Mon Dieu! ...sarebbe oltremodo imbarazzante. Con tutto il rispetto.
Per fortuna ho la mia inviata speciale, di cui mi fido ciecamente, vero mamma? Vero che ci racconti tutto?

"Certo Merlino.
Ebbene sì è proprio il caso di dire che Le Chat Gourmand ha ricevuto il battesimo di Expo, vista l'abbondante pioggia.
L'occasione?
Incontrare di nuovo gli amici del Consorzio Tutela Grappa Trentina in visita a Expo in comitiva e farsi una prima veloce impressione, che di solito è quella che conta.

Io ve lo dico: Expo 2015 è una figata pazzesca.
Poi vedete voi.

Tant'è che appena uscita sono ripassata alla biglietteria per acquistare il Season Pass che mi permetterà 1 ingresso al giorno da qui al 31 Ottobre, e avrò tutto il tempo necessario per vivere l'evento a 360°.

"Nutrire il Pianeta - Energia per la vita"


Un'occasione unica per conoscere e capire come il mondo e in particolare i Paesi più lontani dal nostro concetto di "alimentazione" ed "energia" hanno sviluppato il tema dell'esposizione.
E l'idea, ambiziosa, è di organizzare le mie visite per aree tematiche e raccontarvi tutto qui, con storie, foto, video, consigli e ovviamente qualche ricetta.

Mettiamo subito in chiaro una cosa.

Expo NON E' la Fiera dell'Artigianato nè il Salone del Gusto nè qualsivoglia altra "fiera" a carattere mangereccio.
Se siete quindi alla ricerca di degustazioni gratuite di vino, birra o quant'altro e sperate di mangiare a ufo trastullandovi da un padiglione all'altro... beh state a casa.
Risparmiate i soldi del biglietto e del trasporto, liberate un posto nelle file e risparmiate al resto del mondo i commenti sui social tipo "eh ma a Expo se vuoi mangiare si paga tutto".
Davvero, siamo solo a 20 giorni dall'apertura ma mi escono già dalle orecchie.

5 Consigli "Tanto per non sbagliare"

1. Trasporti: treno e metropolitana tutta la vita. Il parcheggio va prenotato e costa quasi come il biglietto di ingresso.

2. Ingresso: Sarà banale ma... se volete entrare per le 10:00, vedete di arrivare ai cancelli una mezz'ora prima; non sarete in pole position ma nemmeno troppo dietro. I controlli sono come quelli in aeroporto, se arrivate ai cancelli alle 10:00 ne varcherete la soglia se tutto va bene 1 ora e mezza dopo...
L'alternativa è di presentarsi ai cancelli direttamente a mezzogiorno.

3. Code: Resistete alla tentazione di fiondarvi subito a visitare Palazzo Italia. Se alle 11:00 di un anonimo mercoledì di pioggia la fila è un serpentone improponibile e il tempo di attesa è stimato in 1h 30' non oso immaginare cosa sia nei week-end.
Andate a visitare qualcos'altro e ripresentatevi un paio d'ore dopo, alle 13:00 ve la caverete in una ventina di minuti. D'accordo vi giocate la canonica "pausa pranzo", ma dato che l'ultima cosa che vi possa capitare a Expo 2015 è morire di fame, direi che questo è un NON problema.

4. Overload: Il sito di Expo è immenso; se non ci siete ancora stati non ne avete idea. A occhio in una giornata-tipo riuscirete a vedere e apprezzare meno del 10% di quello che offre. 
Fatevene una ragione. Un giorno non basta. Ma neanche due.
E questo ci porta direttamente all'ultimo punto.

5. Season Pass: per chi abita a Milano o meglio ancora come me sull'asse del Sempione è un must have.
E' una card nominale che consente 1 ingresso al giorno dal giorno dell'attivazione fino al 31 Ottobre, e varco dedicato all'ingresso.
Costa 115€ MA se siete in visita a Expo con un biglietto giornaliero e all'uscita vi presentate IL GIORNO STESSO ad una qualsiasi delle biglietterie, lo acquisterete a prezzo scontato (90€).
Che facendo due conti, con il biglietto a data fissa a 34€, si ammortizza in altri 3 ingressi.

Bene, per il momento è tutto.
Vi lascio con l'immagine simbolo dell'Albero della Vita e vi do appuntamento alla prossima puntata, data da destinarsi ma itinerario ben definito e dedicato al Padiglione Zero, Lake Arena e Biodiversity Park.

Stay Tuned!"





venerdì 15 maggio 2015

Grappa Trentina Food Blogger Contest: "Schweinelende Apfelstrudel" con salsa di mele alla grappa e crema di patate al pino mugo

Buongiorno amici,
Eccomi di nuovo a parlarvi di Trentino e... di grappa!

Nella puntata precedente vi avevo lasciato la suspence, ma ora è il momento di svelare tutto.

Sì perchè grazie all'Istituto Tutela Grappa Trentina che ha organizzato il Master di Canederlo, la mamma è tornata a casa con un paio di bottiglie di Grappa e con l'impegno di utilizzarle per realizzare una ricetta e partecipare alla sfida tra le blogger partecipanti alla lezione con lo Chef.
Allo staff di Grappa Trentina e allo Chef stellato Walter Miori il compito di stabilire la ricetta vincitrice che si aggiudicherà un soggiorno per 2 persone in Trentino.

Poteva mai Le Chat Gourmand dire di no?

Pronti via, stamattina sono andat... ehm ho mandato la mamma a fare la spesa alla fattoria L'Agricola e mi sono messo all'opera.

Penso al Trentino e vedo subito la montagna e tutti i suoi sapori tipici... le mele... lo strudel di mele... il latte... il burro... il pino mugo...
...ed ecco l'idea: uno "strudel" di mele che utilizza la lonza di maiale (Schweinelende) sottilissima al posto della "sfoglia", accompagnato da una salsa di mele alla grappa e da una crema di patate aromatizzata al pino mugo.

Questa è la mia immagine culinaria per rappresentare il Trentino, spero vi piaccia e... che vinca la migliore!

"Schweinelende Apfelstrudel" con salsa di mele alla grappa e crema di patate al pino mugo



Tipo di Portata: Secondo Piatto
Tempo di preparazione: 1 ora
Tempo di cottura: 45' per le patate - 10'-15' per gli strudel

INGREDIENTI (per 2 "strudel" - 4 porzioni):

- 2 fette di lonza di maiale spesse circa 4 cm (circa 200g ciascuna)
- 40 g burro per rosolare
- sale, pepe q.b.

*** Per il ripieno ***
- 1 mela Renetta (200g)
- 1 cucchiaio di Grappa Stravecchia "Le Diciotto Lune" - Marzadro
- 1 cucchiaio di succo di limone
- 10 g pinoli
- 10 g uvetta sultanina
- 50 g pan grattato
- 30 g burro per tostare il pane + 10g da sciogliere e spennellare sulla carne

*** Per la salsa di mele alla grappa ***
- 1 mela Renetta (200g)
- 200 ml Grappa di Nosiola - Francesco Poli Santa Massenza
- 1/4 di cucchiaino di zucchero di canna

*** Per la crema di patate al pino mugo ***
- 400 g patate
- 200 ml latte
- 40 g Burro al Pino Mugo (volete sapere come si prepara? Ne avevamo parlato un anno fa in questo post!)
- sale q.b.

PREPARAZIONE:




Prepariamo il ripieno.
Sbucciate la mela, tagliatela a dadini e mettetela a marinare insieme all'uvetta col succo di limone e la grappa, mescolando di tanto in tanto.
Nel frattempo in una padella inaderente fate sciogliere 30g di burro e quando sfrigola tostatevi il pangrattato mescolando con un cucchiaio di legno per evitare che si bruci; lasciare dorare per qualche minuto poi spegnere il fuoco e lasciare intiepidire. 

Passiamo ora alla "sfoglia" dello strudel.
Aprite a portafoglio la fetta di lonza e battetela tra 2 fogli di carta (che avrete avuto la lungimiranza di chiedere in omaggio al vostro macellaio di fiducia... vero?).
Dovrete ottenere una fetta di carne quasi rettangolare e sottilissima.
Spennellate la carne con il burro fuso e cospargete con il pangrattato tostato.
Sgocciolate la frutta dalla marinata, strizzatela bene e aggiungete i pinoli.
Mettete un pugno di ripieno ad una delle estremità della fetta di carne ed iniziate ad arrotolare dal lato corto, aggiungendo ad ogni "giro" poco ripieno fino ad ottenere un rollè che fisserete con degli stuzzicadenti per evitare la fuoriuscita del ripieno in cottura.
...Stuzzicadenti che ça va sans dire andranno rimossi a fine cottura...

Avviamo la preparazione della crema di patate mettendo a bollire le patate con la buccia in acqua salata per circa 40'-45'.

Scaldiamo poi il forno a 180°, e nel frattempo prepariamo la salsa di mele alla grappa.
In un pentolino di acciaio mettete 200 ml di grappa e la mela sbucciata e tagliata a pezzi grossolani, fate cuocere coperto e a fuoco basso finchè i pezzi di mela siano quasi sfatti.
Quando la mela è cotta, togliete il coperchio, alzate un po' la fiamma e fate ridurre quel tanto che basta per far evaporare l'alcool. Aggiungete 1/4 di cucchiaino di zucchero di canna e riducete il tutto ad una crema, usando il minipimer.
Se la salsa risultasse ancora troppo liquida, fatela cuocere ancora un po' a fiamma bassa fino a raggiungere la consistenza desiderata.

In una padella inaderente rosolare lo "strudel di maiale" con 20 g di burro, meglio se chiarificato, sfumando ancora con 1 cucchiaio di grappa. Salare, pepare e trasferire la carne e il fondo di cottura in una pirofila.
L'ideale a questo punto per non asciugare troppo la carne in cottura sarebbe il forno combinato a vapore; per chi come me ha un normalissimo forno statico a gas si può ovviare al problema mettendo nel forno un pentolino con un po' d'acqua per creare umidità e cuocere lo "strudel" coperto da stagnola.
Il tempo di cottura in forno è comunque molto breve, dai 10' ai 15' (una cottura alternativa da provare potrebbe essere anche quella al microonde).

Prepariamo a questo punto la crema di patate.
Sbucciate le patate, e passatele nello schiacciapatate; in un pentolino inaderente a fuoco basso aggiungere alle patate schiacciate il burro al pino mugo a pezzetti e a poco a poco il latte bollente, mescolando fino ad ottenere una crema liscia morbida ed omogenea.

Servite lo strudel a fette con la salsa di mele e accompagnate dalla crema di patate al pino mugo.
L'armonia dei sapori vi sorprenderà.

Le Chat Gourmand ha abbinato questa ricetta ad un "URBAN" Lagrein DOC 2004 - Cantine Tramin


















giovedì 14 maggio 2015

Le Chat Gourmand al Master del Canederlo e Strozzaprete Trentino

Miao a tutti amici felini e non... come state?
Siete pronti per un viaggio virtuale in quel di Trento?
Avrete già capito che oggi lascio la parola alla mia mamma a 2 zampe, che ci racconterà la sua esperienza in Trentino, ospite dell'Istituto Tutela Grappa Trentina, per una due giorni dedicata alla degustazione di acquavite, al Master del Canederlo e dello Strozzaprete Trentino in abbinamento al Trentodoc, senza trascurare una parentesi culturale al Trento Film Festival.
Mettetevi comodi e lasciatevi trasportare, mentre io vado in cucina a mettere le zampe sugli ingredienti della mia prossima ricetta, che parteciperà ad un contest... ma volete un'anteprima sul tema? 
"Shht Merlino!"
Va bene mamma... vi lascio un po' di suspence...

"Grazie Merlino, 
tu vai pure in cucina ma mi raccomando non spazzolarti tutti gli ingredienti e soprattutto prima pulisciti quelle zampacce...

Quando Alessandro del Consorzio del Nobile di Montepulciano mi ha contattata per propormi di partecipare al Master del Canederlo non ci ho pensato due volte: non ero mai stata a Trento ed era un'occasione imperdibile per conoscere o rivedere altre blogger con la stessa mia passione per la buona tavola.

Al primo impatto Trento è subito un incanto: il centro storico una bomboniera graziosa in cui tutto è a misura d'uomo, e dove la tranquillità e la pulizia regnano sovrane sotto l'occhio vigile del Castello del Buonconsiglio.

Prima tappa del nostro viaggio gastronomico è manco a dirlo la visita ad una distilleria, la distilleria Marzadro".


Distilleria Marzadro - Un alambicco
E' una delle 24 distillerie socie del consorzio, che rappresentano la quasi totalità della produzione Trentina e che aderiscono ad un disciplinare molto rigoroso in termini di qualità della materia prima e rispetto dei tempi di lavorazione, tant'è che le vinacce dopo la vendemmia devono essere lavorate in tempi brevi, entro Natale la distilleria deve essere chiusa e sottoposta a sigillo.
La visita, prima della degustazione finale ci svela tutte le fasi della lavorazione, in primis le alchimie della distillazione, 100 giorni da Settembre a Dicembre in cui gli alambicchi lavorano senza sosta su quintali di vinacce fresche di vendemmia, il tutto secondo il sistema "a bagnomaria" con alambicco discontinuo tipico della tradizione trentina."

Miaaaaaoooo mamma ma non raccontare tutto subito...

"Hai ragione Merlino, lasciamo un po' di suspence... ho imparato tutti i segreti della distillazione ma ve ne parlerò ampiamente in un post dedicato... e magari chissà ci sarà anche una ricetta...

La prima giornata si conclude al cinema, per il Trento Film Festival, la più importante rassegna cinematografica italiana dedicata alla montagna.
Assisitiamo alla proiezione del cortometraggio "SECRET KYRGYZSTAN", che in soli emozionanti 9'  racconta la spedizione in terre lontane di due giovanissimi alpinisti dei "Ragni di Lecco", ma il clou della serata è il lungometraggio "GRIMPEURS", quasi un documentario che nelle parole di chi c'era ed è sopravvissuto racconta una delle pagine più drammatiche della storia dell'alpinismo, la spedizione del '61 sulla parete sud del Pilone Centrale del Monte Bianco.
Da non perdere per gli appassionati del genere, che potranno assistere ad una selezione di proiezioni alla VI edizione del Trento Film Festival a Milano, allo spazio Oberdan, dal 18 al 24 Maggio.

...ma il Master del Canederlo
Ci siamo, la mattina dopo di buon'ora appuntamento a Palazzo Roccabruna, cinquecentesca sede dell'Enoteca provinciale del Trentino, istituita dalla Camera di Commercio di Trento. 
Il palazzo ospita una enoteca storica con una collezione di oltre 600 bottiglie, alcune rarissime, che raccontano la storia della vitivinicoltura provinciale a partire dagli anni Quaranta del Novecento.


Palazzo Roccabruna - L'enoteca storica



Ci trasferiamo nell'ex scuderia, che adesso ospita una cucina professionale. Qui ci attende lo chef stellato Walter Miori, che con la sua simpatia e professionalità ci guiderà nella preparazione dei canederli, degli strozzapreti... e non solo.


Chef Walter Miori e la brigata del Master del Canederlo - Foto di Roberta Castrichella (Robysushi)
La brigata di cucina è ben assortita e piena di buona volontà, ma diciamo la verità, il grosso del lavoro l'ha fatto lo Chef, con noi intente ad ascoltare, osservare, assorbire le emozioni e la passione per la cucina del territorio che Chef Miori ci trasmette, assaggiare, carpire i segreti e le tecniche, tastare le consistenze degli impasti e ovviamente fotografare tutte le fasi della preparazione!



Alla fine ci troviamo seduti a tavola dopo aver preparato un menù completo dall'antipasto al dessert, il tutto sapientemente abbinato ad una selezione di bollicine Trentodoc.

Ed ecco il risultato finale! 
Per il momento vi lascio solo le fotografie, ma vi do appuntamento ad un prossimo post, in cui vi svelerò tutte le ricette!

Il menù del Master del Canederlo

- Tortel de Patate con Mortandela della Val di Non, Speck, Lucanica Trentina e formaggi di malga
Vino in abbinamento: Trentodoc Pisoni Brut Classico Millesimato 2010 - 100% Chardonnay



- Canederli in brodo
Vino in abbinamento: Trentodoc Dorigati Methius Brut Riserva - 60% Chardonnay, 40% Pinot Nero



- Strozzapreti Trentini al burro e salvia 
Vino in abbinamento: Trentodoc Dorigati Methius Brut Riserva - 60% Chardonnay, 40% Pinot Nero



- Mousse alla grappa con crumble di Torta di Fregoloti










domenica 19 aprile 2015

Le Chat Gourmand e il menù di Pasqua: "Ravioli di baccalà e patate con pomodorini confit, pinoli tostati e rucola"

Quanto tempo vero?

No, non sono sparito dalla circolazione nè mi sono dimenticato di voi... il problema è sempre la mamma, che da quando collabora con il giornale...
...a proposito ve l'avevo detto?
No vero?
Eh sì grazie al premio "A Tavola con il Nobile" la mia mamma a due zampe ha avuto l'occasione di incontrare l'Editore di una importante rivista sportiva, che ha una tenuta a Montepulciano dove produce uno dei migliori Nobili sul territorio: la Fattoria di Palazzo Vecchio (ne avevamo parlato qui).
Da cosa nasce cosa et voilà da qualche mese la mamma segue i contenuti del sito web e dei social media legati alla rivista "Triathlete".
Il che per Le Chat Gourmand significa avere difficoltà a mettere le zampe sul computer e raccontarvi le mie ricette.

Approfittando di un attimo di distrazione ci sono riuscito, e oggi vi voglio raccontare la ricetta che ho preparato per il pranzo di Pasqua, quale miglior occasione per collaudare il motorino da applicare alla cara vecchia "Titania" della nonna per tirare la pasta fresca?

"Ravioli di Baccalà e patate con pomodorini confit, pinoli tostati e rucola"

Tipo di Portata: Primo Piatto
Tempo di preparazione: circa 3-4 ore per i pomodorini confit, 30' per il ripieno, 15' di impasto + 30' di riposo per la pasta fresca all'uovo
Tempo di cottura dei ravioli: circa 7'

INGREDIENTI (per circa 50 ravioli grandi):

*** Per la pasta all'uovo ***
- 300 g farina 00
- 3 uova
- 1 cucchiaino olio EVO (opzionale)
- 1 cucchiaino acqua (opzionale)

*** Per il ripieno ***
- 400 g baccalà ammollato già dissalato, oppure se volete risparmiarvi le gioie dell'ammollo e della dissalatura, fate come me e utilizzate i filetti di baccalà surgelati Pescanova, comodissimi, lasciandoli scongelare a temperatura ambiente)
- 200 g patate
- olio EVO q.b.
- prezzemolo
- aglio
- pepe

*** Per i pomodorini confit ***
- 400 g pomodori datterini
- olio EVO 2 cucchiai
- zucchero q.b.
- sale q.b.

PREPARAZIONE:

Vediamo innanzitutto il procedimento per i Pomodorini Confit, che vanno preparati in anticipo.
Molto semplice, in una ciotola mettere i datterini lavati e interi; condire con 2 cucchiai di olio EVO, sale fino e zucchero q.b. Mescolare bene per distribuire uniformemente sale e zucchero.
Disporre i pomodorini su una teglia ricoperta di carta da forno, e infornare a 100°-120° per qualche ora (dalle 2 alle 4 ore), finchè risulteranno appassiti ma non bruciati.

Prepariamo poi il Ripieno di Baccalà e Patate facendo cuocere a vapore per circa 15' le patate pelate e a tocchetti e il baccalà avendo cura di eliminare bene tutte le spine.
Mettere tutto nel frullatore e mantecare con olio EVO, prezzemolo, aglio (se piace) fino ad ottenere la consistenza desiderata.


Per la Pasta fresca all'uovo la ricetta è quella tradizionale, che richiede 1 uovo per ogni etto di farina, e la mia proverbiale pigrizia felina mi ha suggerito di sperimentare la preparazione utilizzando la Macchina del Pane.
Sbattere le uova e versarle nel cestello della MDP, aggiungere poi la farina, e un goccio d'olio (rende l'impasto più elastico).
Avviare il programma "pasta fresca", controllare l'impasto per i primi minuti e se necessario aggiungere un goccio d'acqua.
Finito l'impasto (15') mettere a riposare il panetto coperto da pellicola per 30'.

Per stendere la pasta, come vi dicevo, ho recuperato la cara vecchia "Titania" ereditata dalla nonna, alla quale ho applicato il motore Imperia Pasta Facile
Che dire... tutta un'altra vita rispetto a morsetto e manovella. 
Il consiglio quando stendiamo la pasta è di prelevare una piccola quantità di pasta alla volta (circa 1/4 nel nostro caso)  e coprire il resto con la pellicola per evitare che si secchi.
Iniziare a stendere partendo sempre ovviamente dallo spessore maggiore, ad ogni passaggio piegare in 2 la sfoglia ottenuta e ridurre allo spessore successivo. 
In questo caso ho steso la sfoglia fino alla tacca n. 6 della Titania.

Confezionare poi i ravioli con la farcia di baccalà e patate.

Cuocere i ravioli in acqua bollente salata per circa 7', scolare e condire con i pomodorini confit, un filo d'olio EVO a crudo, un cucchiaio di pinoli tostati (ad esempio al microonde per 5'-7' a 700W) e guarnire con foglie di rucola.

Pasqua di magro? Sì ma con gusto!